Street photography bianco e nero

Street photography bianco e nero 2 Cuori in Viaggio

Fino a qualche mese fa la fotografia di strada, più comunemente conosciuta come street photography, era per me una chimera, scattare in bianco e nero poi mi sembrava quasi un’utopia.

Ho approfittato di una giornata di relax a Verona per sperimentare un po’. Sono partito con solo il 35 f2 montato sulla X-T3 settata con simulazione pellicola Acros+Ye.

Street photography in bianco e nero: la composizione conta.

Quando si scattano foto di strada, la composizione della scena assume un’importanza molto elevata. Il rapporto tra soggetto e sfondo deve creare un forte legame.

Già ai tempi della pellicola, chi scattava questo genere di fotografie, prediligeva un’ottica “normale” come il 50 millimetri, o una più grandangolare come il 35 millimetri. Tradotto, per chi come me usa il formato APSC, un 35 millimetri o il più ampio 23 millimetri.

Con queste focali, utilizzando un diaframma medio come f5.6 ed una distanza dai soggetti di qualche metro, è possibile ottenere scatti con buona profondità di campo. Lo sfondo non risultava troppo sfocato e quindi bisognava relazionarlo con il soggetto principale.

Ricordiamoci che agli inizi la messa a fuoco era esclusivamente manuale, non si cercava la nitidezza assoluta e la grana della pellicola rendeva tutto un po’ più morbido.

Il vero fine era raccontare una storia, un momento, una situazione.

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Scattare in bianco e nero è facile, soprattutto la street

Molto spesso si legge e si sente dire sul web che scattare in bianco e nero sia più facile. Non ci si deve preoccupare dei colori e di come questi influenzino la scena e la composizione.

In effetti, nella fotografia classica si possono sfruttare i colori della scena a nostro favore, ma qualche volta possono essere un ostacolo. Se ad esempio abbiamo come soggetto principale una donna in primo piano vestita color panna, e sullo sfondo qualcosa di rosso, come il classico pullman londinese di passaggio, l’occhio di chi guarderà la foto sarà attratto da quest’ultimo. Si possono rispettare tutte le regole compositive, da quella dei terzi alla sezione aurea, ma se i colori non collaborano, tutto sarà vano.

Ovviamente in postproduzione possiamo manipolarli a nostro favore. Senza necessariamente stravolgerli, possiamo saturare e scaldare quelli del soggetto principale ed agire in modo contrario per ciò che deve passare in secondo piano. Otterremmo un sorta di manipolazione dell’immagine al fine di veicolare inconsciamente lo sguardo dello spettatore.

Tutto ciò, nella fotografia b&w, soprattutto nella street photography in bianco e nero, cessa di esistere. Vi ritroverete a giocare solo con i contrasti e con la composizione, una cosa in meno a cui pensare quindi.

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Vedere a colori, pensare in bianco e nero.

Io vedo a colori e non riesco a pensare in bianco e nero, di conseguenza il ragionamento fatto in precedenza, per me non contava. Parlo al passato perché, benché la mia propensione per la fotografia a colori sia rimasta inalterata, grazie al passaggio al sistema mirrorless, sono  finalmente riuscito ad approcciarmi al B&W.

Guardare la scena attraverso un mirino digitale ha qualche contro, ma anche tantissimi vantaggi. Tra questi c’è la possibilità di applicare una simulazione pellicola e vedere il mondo attraverso quella. Si lo so, anche con la mia vecchia Nikon d7200 era possibile, bastava impostare il picture control “bianco e nero” e attivare il Live View. Peccato che il sistema AF diventava lentissimo e poi io odio inquadrare guardando dal display!

Ora con la mia Fuji X-T3 premo il tasto Q, richiamo l’impostazione personalizzata C2 e il mondo diventa in bianco e nero.

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Nel bianco e nero i colori contano

Sembra un’assurdità ma anche nel bianco e nero i colori contano. Ad esempio sulla mia Fujifilm si può simulare la presenza di un filtro colorato davanti all’obiettivo, questo influirà sul risultato finale. Io scatto con la simulazione pellicola Acros+Ye. Nella fotografia a pellicola, quando si usavano rullini bianco e nero, si montavano del filtri colorati davanti all’obiettivo per ottenere risultati differenti.

Il filtro giallo nel paesaggio restituisce uno scurimento del cielo rendendo le nuvole più leggibili. Nella ritrattistica schiarisce i capelli biondi e la pelle dando un equilibrio tonale.

Quello rosso rende scuro e drammatico il cielo, il verde della vegetazione diventa molto scura, quasi nera. Ideale nelle foto glamour perché rende la pelle bianca e candida.

Infine il filtro verde schiarisce la vegetazione aumentandone la gamma tonale. Nel ritratto scurisce la pelle e ne evidenzia i difetti, ottimo per ritratti di persone anziane o drammatici ma assolutamente vietato nel glamour.

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Il nero sta bene con tutto ma il b&w forse no

Personalmente trovo che non tutte le situazioni rendono bene in bianco e nero. Se nei ritratti e nella street photography le foto monocromatiche trovano quasi sempre il mio apprezzamento, nel paesaggio a volte rimango perplesso.

Mancando i colori, il carattere dello scatto viene fuori grazie ai contrasti. Per questo funzionano molto bene i panorami puliti, minimal, come le classiche crete senesi, mentre un paesaggio molto affollato risulta confusionario e quindi insipido. Bisogna sfruttare le linee, le geometrie nette, il forte contrasto tra luci e ombre.

Un altro aspetto importantissimo da tenere in considerazione è che: sottoesporre o sovrapporre una foto in bianco e nero, in abbinamento con un filtro colorato, può stravolgerne completamente il significato passando da un’immagine serena ad una drammatica.

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Conclusioni

Non so quanto scatterò in bianco e nero, la percentuale dei miei scatti monocromatici rispetto a quelli a colori rimarrà sicuramente molto più bassa. Utilizzare una mirrorless mi invoglierà a cambiare visione del mondo ogni qualvolta lo vorrò, con un semplice click.

Scattando solo in raw + jpg ho comunque sempre la possibilità di trasformare uno scatto da bianco e nero a colori e viceversa, e consiglio a tutti voi di sfruttare questa possibilità.

A voi piacciono le foto in bianco e nero?

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13 pensieri su “Street photography bianco e nero

  1. Walter dice:

    Mah, in questo post, tra le altre cose leggo (cito testualmente):
    “Scattare in bianco e nero è facile, soprattutto la street”
    Non sono per niente d’accordo… scattare in bianco e nero è più difficile, specialmente per la Street Photography… perché non ti puoi appoggiare agli accostamenti sui cromatismi (e meno male…) e, per tirare fuori un’immagine interessante devi entrare in una “dimensione” diversa nella quale devi far emergere un “soggetto street ” che in pochi trovano e in pochissimi riescono a cogliere…
    … altrimenti, scattare per scattare, senza trovare realmente “soggetti street”, ti porta a realizzare immagini piuttosto “banali” che non sono per nulla “Street Photography”.
    Questa tua sequenza di immagini, per esempio, hanno una loro valenza come immagini di “reportage urbano”, ma non come Street…la “Street Photography” e un’altra cosa.

    • Mattia dice:

      Buongiorno Walter! Grazie per aver condiviso il suo punto di vista con me. È sempre molto interessante conoscere visioni diverse dalla propria, sopratutto su argomenti che ci appassionano. Personalmente, come ho espresso nell’articolo, trovo che in contesti urbani sia più semplice scattare in bianco e nero, impostando la mirrorless così prima dello scatto in modo da vedere monocromatico nel mirino, perché non vengo distratto dai colori della scena che spesso possono rendere l’immagine troppo confusa ed eccessivamente carica di elementi. In altri casi invece potrebbero ridurre il peso di un soggetto semplicemente perché indossa colori “sbagliati”. In questo modo mi concentro maggiormente su soggetto e contrasti di luce. Ovviamente è una cosa del tutto opinabile e personale.
      Per quanto riguarda la definizione di street photography negli anni è mutata notevolmente, sopratutto con l’avvento del digitale, diventando un reportage urbano sociale in grado di documentare usi, costumi ed ambienti cittadini. Credo che una foto che immortala una coppia che si scatta un selfie davanti all’Arena di Verona o un gruppo di ragazzi con mascherina, smartphone e sigaretta seduti all’ombra dei giardinetti documentino un momento di vita sociale dei nostri tempi al pari di una foto di qualche anno fa di un gruppo di ambulanti di colore che vendono orologi in un luogo turistico.
      La fotografia è espressione, arte e passione e come tale deve essere praticata ed ammirata, senza schemi troppo rigidi, credo.

  2. Eliana dice:

    Mi piace molto la street photography ma una cosa che davvero sento che non mi appartiene è il bianco e nero: non lo so, non mi sento a mio agio con le sfumature di grigio e cerco sempre di catturare la luce e i colori in tutte le sfumature.
    Le tue foto sono bellissime, complimenti!

  3. Raffaella M. dice:

    Premesso che sono ben lontana dai tuoi risultati fotografici, nel senso che sono ad un livello decisamente basso, mi piace ogni tanto trasformare qualche scatto in bianco e nero: particolari architettonici ed appunto la street photography. I ritratti non sono nelle mie corde. Tutto il resto che fotografo, qualche macro e paesaggi, però è a colori. In una gita a Venezia anni fa quando ancora usavo la pellicola avevo scattato solo in B/N ed il risultato mi aveva soddisfatta. Forse perchè trovo il B/N malinconico e quel colore era perfetto per immortalare Venezia in autunno, in un periodo fuori dal turismo di massa. Avevo letto su un libro che, guardando una foto in bianco e nero ci si concentra maggiormente sul contenuto mentre nelle foto a colori l’occhio si distrae. Forse chi lo ha scritto aveva ragione, per me è più una questione di soggetti, alcuni li vedo fin da subito in bianco e nero. Per esempio il “cortile dietro alla grata”, non lo vedrei mai a colori

    • Mattia dice:

      Ciao Raffaella! Hai proprio colto nel segno, il bianco e nero di solito trasmette malinconia e spesso aiuta a concentrarci su soggetti che in una foto a colori sarebbero passati in secondo piano 🤗

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