Perché scegliere Fujifilm nel 2023

Scegliere Fujifilm

Ha senso scegliere un corredo Fujifilm nel 2023? Perché affidarsi a questo marchio? Quali sono i pro ed i contro di questa scelta che ho fatto un anno e mezzo fa? Vediamoli insieme.

Chi ci segue su Instagram e qui sul blog da un po’ di tempo sa quanto la fotografia sia parte integrante di 2 Cuori in Viaggio e che ad agosto 2020 ho abbandonato Nikon per passare completamente a Fujifilm. Molti amici mi hanno chiesto il perché ho scelto questo brand e cosa ne penso dopo un anno e mezzo.

Fujifilm non è un brand giovane, ha fatto la storia nel mondo analogico con le sue fotocamere ma soprattutto con le sue pellicole, molte delle quali prodotte ancora oggi. E’ un brand sempre più apprezzato, nel mondo delle fotocamere digitali la sua espansione è in continua crescita, nonostante alcuni lo bistrattino.

Scegliere Fujifilm nel 2023: i PRO

Vediamo di analizzare insieme quali sono per me i PRO di questa scelta, tutte le motivazioni che mi hanno portato ad adottare questo brand e cosa apprezzo di più.

Ecosistema APSC

Il motivo principale che mi ha spinto a scegliere Fujifilm è il suo ecosistema APSC completo. Fujifilm ha scelto in passato di avere due sole linee di sensori: APSC e Medio Formato (o super Full frame). Ciò significa che tratta entrambi i settori in egual modo perché sono destinati a due pubblici differenti e ben targhettizzati.

Troppo spesso si crede che il Full frame sia la vera e sola scelta per il professionista e questo porta gli amatori evoluti a puntare a quel formato di sensore come al Santo Graal. La colpa di ciò ovviamente non è dei fotografi ma del marketing fatto negli anni dai principali brand come Nikon e Canon.

Con questo non voglio dire che non ci sia differenza tra file prodotti da sensori APSC e quelli sfornati dai FullFrame. In alcuni ambiti e generi fotografici però è praticamente impercettibile ed ininfluente.

Negli anni gli appassionati di fotografia si sono approcciati al mondo digitale comprando fotocamere APSC perché l’investimento iniziale era più basso. Man mano che la passione cresceva acquistavano nuove lenti magari già compatibili con il formato Full Frame per arrivare poi dopo qualche anno a cambiare anche il corpo macchina e avere finalmente un corredo completo.

Purtroppo però per chi, come me, vuole un corredo completo APSC per contenere ingombri e peso, ancor prima dei costi, si vede sempre un po’ trattato come utente di secondo livello. Infatti lenti native APSC di qualità Nikon, Canon o Sony ce ne sono veramente poco ed in proporzione molto care.

Fujifilm quindi arriva a colmare il vuoto che altri hanno lasciato. Ha creato una linea Medio Formato per i professionisti più esigenti, diventando ormai punto di riferimento sorpassando brand molto più blasonati. Ed ha creato un ecosistema APSC completo fatto di lenti studiate appositamente per quel solo formato.

Se scegli Fujifilm sai che qualunque obiettivo tu compri è stato studiato per rendere al massimo su quel tipo di sensore contenendo anche peso ed ingombri. Qualunque fotocamera  del sistema X (APSC) tu scelga sai che è stata ingegnerizzata per esprimere al meglio le potenzialità di quel sensore e che sarà compatibile con tutto il parco ottiche.

Un corpo macchina per ogni esigenza

Scegliere Fujifilm significa anche avere la possibilità di scegliere tra una vasta gamma di fotocamere, tutte con la stessa qualità di immagine.

Non esistono fotocamere Fujifilm che creano immagini meno belle perché più economiche. Io ad esempio ho scelto la Fujifilm X-T3 che ha lo stesso sensore e lo stesso processore della più economica Fujifilm X-T30, della più costosa Xpro3, della fotocamera a lente fissa X100V ecc…

Questo significa che posso ottenere la stessa identica resa d’immagine fotografando con una fotocamera da 800€ che con una da 1600€. Sembra una cosa molto strana vero? Perché la differenza non sta nella qualità del sensore o del processore ma nella tipologia del corpo macchina.

E’ anche per questo che credo che scegliere Fujifilm sia una scelta vincente nel 2022. Non ti serve la tropicalizzazione? vai sulla serie X-T20 o X-T30. Vuoi il doppio slot di memory card ed un corpo più professionale? Prendi una X-T3 o la nuovissima X-T5. Cerchi il sensore stabilizzato per fare anche video? Scegli la X-H2.

Ami la street photography o sei un purista della fotografia e prediligi il mirino ottico? Punta alla serie Xpro. Vuoi una compatta di altissima qualità con ottica fissa da portare sempre con te? Compra la X100V.

Qualunque sia la tua scelta saprai che il parco ottiche sarà sempre compatibile e studiato appositamente per rendere al meglio con il corpo Fujifilm che hai scelto, e che la qualità di immagine sarà sempre la stessa.

Rapporto peso – dimensione

Altro spetto per me fondamentale nella scelta di un corredo fotografico è il rapporto peso dimensioni.

Quando avevo la Nikon D7200 mi serviva un teleobiettivo luminoso. Nikon, ma anche i costruttori di terze parti come Sigma e Tamron, non producono un 70-200 f2.8 per APSC, lo fanno per Full Frame. Ovvio che è comunque compatibile ma perché io devo spendere 1500€ per un obiettivo pesante ed ingombrante, sovradimensionato per il mio sensore? Solo perché così in futuro per dare un senso a questo acquisto mi sentirò moralmente in dovere di comprare una fotocamera Full frame? Per me è NO! L’alternativa era un 55-200 plasticoso, costruito giusto perché andava fatto, o un 70-300 di terze parti economico dalla resa discreta.

In casa Fujifilm potevo scegliere tra un 50-140 F2.8 relativamente compatto e leggero, un 70-300 di altissima qualità ed un 55-200 piccolo, leggero, economico e dalla resa stupefacente. Questo perché Fujifilm crea obiettivi studiati appositamente per quel sensore, usa tutte le sue energie soltanto lì.

Ecco che scegliere Fujifilm significa nel mio caso poter portare in una tracolla un corpo macchina, 4 lenti per coprire tutte le focali che vanno dai 10 ai 200 mm, ed arrivare a fine giornata meno stanco e senza la schiena dolorante.

Ghiere fisiche, non solo estetica

E’ inutile girarci tanto intorno, le fotocamere Fujifilm sono esteticamente belle. Hanno un look vintage e si possono trovare alcuni modelli bi-color nero e argento. Sono solo ammennicoli estetici? No. Attenzione però che alcune serie come le X-H2 e X-S10 hanno la classica ghiera PSAM!

Scegliere Fujifilm vuol dire acquistare un corpo macchina con un feeling unico, dal sapore analogico. Vuol dire ritrovare il piacere di fotografare, vuol dire apprezzare la meccanica della fotografia e non solo la tecnologia digitale.

Avere la regolazione del diaframma direttamente sull’obiettivo permette di aprirlo o chiuderlo con la mano sinistra, una gestualità molto più immediata che girare una rotellina con il pollice posta vicino al viso mentre si sta inquadrando. In più le ghiere fisiche si possono regolare anche a fotocamera spenta. Ciò implica la possibilità di impostare tutti i parametri di scatto ancor prima di trovarsi la scena davanti, o di verificarne l’esattezza senza dover attivare un display.

Avere la levetta fisica per passare da AF-C ad AF-S o alla messa a fuoco manuale per me vale già la scelta di un corpo macchina Fujifilm.

Poi sarà anche una cosa personale e di poco conto ma se in mano ho un bell’oggetto sono più propenso ad utilizzarlo e mi sento più a mio agio. E’ come indossare i vestiti giusti per l’occasione.

Personalizzazione

Negli anni sono sempre stato un nikonista ma ho avuto modo di provare sporadicamente Canon e Sony. Passando a Fuji ho ritrovato un menù abbastanza simile e tutto sommato semplice.

La cosa che però mi ha convinto a scegliere Fujifilm è stata la personalizzazione. Avere la possibilità di personalizzare tutti i tasti presenti sul corpo macchina con qualunque funzione, non solo le 5 o 6 suggerite dal produttore, è di una comodità unica. Ho settato la fotocamera esattamente come volevo io.

Anche il menù personale è completamente configurabile ed è presente anche un ulteriore menù rapido richiamabile con un tasto per avere sempre a portata di mano i principali settaggi.

Ultimo grande plus che spinge sempre più fotografi a scegliere Fujifilm sono i preset personalizzati. In pratica si possono creare alcuni preset, il numero dipende dal modello di fotocamera, che permettono di ottenere immagini perfette già in macchina. Si possono ricreare ad esempio le rese di alcune iconiche pellicole del passato grazie alle “ricette” dei ragazzi di Fuji X Weekly o crearsene delle proprie.

Scegliere Fujifilm per la scienza dei colori

Come anticipato prima Fujifilm è famosissima in tutto il mondo per le sue pellicole Analogiche. Negli anni ha portato il suo knowhow sulla scienza dei colori nel digitale creando le simulazioni pellicola.

Grazie a queste simulazioni ed alla possibilità di creare dei preset personalizzati in camera è possibile ottenere dei file jpg praticamente perfetti. La possibilità quindi di non dover necessariamente passare dal pc per post produrre tutte le fotografie è uno dei motivi che porta tanti fotografi a scegliere Fujifilm.

Le simulazioni pellicola inoltre sono riconosciute dalla maggior parte dei programmi di post produzione. Io quando lavoro i raw su Lightroom posso scegliere di cambiare la simulazione pellicola impostata in fase di scatto. Per quanto riguarda invece tutti gli altri parametri che fanno parte dei preset Fuji è possibile applicarli e modificarli sui raw utilizzando il programma Fujifilm X Raw Studio sul pc e connettendo la fotocamera via cavo.

Rapporto qualità prezzo

Quando ho scelto Fujifilm ho ovviamente guardato anche al portafoglio. Cambiare completamente un corredo è un investimento impegnativo, ma è appunto un investimento. Per me la fotografia oltre che una passione è anche un lavoro, ho bisogno di attrezzatura affidabile e di qualità.

Tenendo conto che nessuno regala niente, che Fujifilm concentra tutte le sue energie per sviluppare un ecosistema completo e che spesso vengono fatti dei cash back, per me il rapporto qualità prezzo è giusto.

I materiali utilizzati sono ottimi e la resa dei sensori APSC X-Trans è eccezionale. Un’ottica da kit come il 18-55, che in altri marchi è considerata poco più che un giocattolino in plastica, in Fujifilm è tutta in metallo ed ha un diaframma minimo variabile f2.8-4 con una resa sbalorditiva.

Usare un economico 55-200 dx Nikon per ritratti vuol dire ottenere risultati discreti mentre in Fujifilm significa, a mio parere, immagini pressoché perfette. La foto qui sotto è scattata con X-T20 e 55-200 a 150mm a tutta apertura.

Scegliere Fujifilm 55-200

Filosofia Kaizen

Ultimo pro che mi ha portato a scegliere Fujifilm è la loro filosofia Kaizen. E’ un termine giapponese che significa “cambiare in meglio”. Fujifilm traduce ciò in continui aggiornamenti firmware. In pratica per alcuni anni continua a sviluppare miglioramenti software per i modelli precedentemente messi sul mercato.

Non sto parlando di semplici bugfix ai quali ci hanno abituato sia produttori di fotocamere che di smartphone e di sofware in generale. Parlo di veri e propri upgrade di performance.

Ad esempio, dopo l’uscita della X-T4, che condivide lo stesso sensore e lo stesso processore della mia X-T3, mi è arrivato un aggiornamento firmware che ha portato le prestazioni AF del mio vecchio modello alle stesse identiche del modello nuovo!

Scegliere Fujifilm, i contro

Ovviamente in casa Fujifilm non sono tutte rose e fiori. Come ogni brand che si rispetti ha i suoi difetti, anche abbastanza scomodi. Vediamoli insieme.

Batterie

Molte Fuji attualmente in commercio, utilizzano le batterie NP-W126. Sul libretto di istruzioni della mia X-T3 c’è scritto che garantisce un’autonomia di soli 350 scatti. Io arrivo tranquillamente a 500 usando la modalità boost, ma restano comunque pochini. 

Alte fotocamere come la X-T4, la nuovissima X-T5 e le X-H2/X-H2s utilizzano la più capiente batteria Fuji NP-W235 che garantisce più di 600 scatti, altri brand offrono autonomie maggiori.

Io per sicurezza un paio di batterie di scorta sempre cariche me le porto dietro e sinceramente in una giornata “stressante” non ho mai avuto la necessità di utilizzare la terza.

Parco ottiche alternative

Fino a pochissimi anni fa Fujifilm era un sistema completamente chiuso. I pochi obiettivi di terze parti disponibili erano esclusivamente manual focus e frutto di inverse-engineering.

Recentemente Fujifilm ha scelto di cambiare rotta condividendo con alcuni marchi gli schemi e le tecnologie per costruire ottiche di terze parti completamente compatibili e riconosciute dalle fotocamere.

La Viltrox è partita alla grande presentando fissi economici dai prezzi molto competitivi, ma comunque di buona qualità. Basti pensare che il 56 f1.4 Viltrox costa 380€ circa ed ha un af velocissimo mentre il 56 f1.2 Fujifilm costa sui 1000€ ed ha un motore AF di vecchia concezione molto lento. La qualità ottica non è paragonabile, il Fujinon resta inarrivabile, ma il Viltrox si difende gran bene, calcolando la differenza molto importante di prezzo.

Tokina e Samyang stanno finalmente facendo capolino con lenti fisse autofocus dall’ottimo rapporto qualità prezzo.

Tamron ha rilasciato un 18-300, tuttofare di discreta qualità, dedicato al sistema Fuji ma sono altre le lenti che mi aspetto da questo brand come un 150-600 super compatto.

L’ingresso in scena di Sigma con i suoi magnifici fissi luminosi, già stravenduti per Sony apsc, ha stravolto il mercato delle lenti compatibili. Ho comprato il 56 f1.4 ed è diventata la mia lente preferita anche se non ha la ghiera dei diaframmi sul barilotto!

Demosaicizzazione

Con questa brutta e complicata parola si chiama il processo di interpretazione delle immagini da parte di un software. I sensori Fujifilm non sono i classi Bayer ma degli innovativi X-Trans. Essendo sensori differenti e meno commerciali hanno un solo contro: non tutti i software li interpretano al meglio.

Se da un lato Capture One rende perfettamente giustizia ai raw Fujifilm, dall’altra i software Adobe non fanno altrettanto.

Inspiegabilmente Lightroom non è perfettamente ottimizzato per demosaicizzare i raw Fujifilm. Negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti ma niente di veramente perfetto.

Quindi non si può usare Lighroom? No, io lo uso comunque con molta soddisfazione, bisogna solo avere accortezza. Regolare la nitidezza nel modo corretto farà si che i file Fujifilm siano comunque ottimi, ma un gradino sotto rispetto ai file post prodotti con Capture One. Nonostante sia appena uscita la nuova versione Lightroom 12 la situazione è rimasta praticamente invariata.

Io, come tanti altri, compresi fotografi naturalisti, paesaggisti e matrimonialisti famosi in tutto il mondo, continuo a preferire i software Adobe e continuo a nutrire la speranza che qualcosa cambi definitivamente.

Se non puoi fare a meno di Lightroom e scegli Fujifilm non devi pretendere di ingrandire al 400% una foto di una prato e vedere tutti i fili d’erba distintamente. Ricordati però che questi “difetti”, quando si vedono, li si notano a schermo andandoli a cercare. Nella vita di tutti i giorni le immagini le si fruiscono o stampate, e qui in problema neanche ce lo si pone, o su internet sui social dove la qualità è massacrata dai loro algoritmi.

Il problema quindi esiste si ma personalmente il mio modo di aggirarlo mi soddisfa appieno.

Assistenza post-vendita

Ho volutamente lasciato per ultimo quello che secondo me è l’unico vero grande problema di Fujifilm: l’assistenza post vendita.

Attualmente Fujifilm non ha centri assistenza autorizzati in Italia. Se si ha un problema, sia in garanzia che fuori garanzia, ci si affida al rivenditore di fiducia che spedirà il tutto al centro di raccolta che a sua volta invierà il pacchetto al centro assistenza autorizzato fuori Italia.

La situazione attuale, a fine 2022 è pessima.

Per gli utenti consumer i tempi sono vergognosamente lunghi, ho mandato in assistenza in garanzia il 18-55 di Claudia e tra una cosa ed un’altra mi è tornato indietro dopo 2 mesi. L’iter a metà 2020 è stato portarlo al negoziante, il quale l’ha spedito a Livolsi di Milano che l’ha spedito a Londra.

Ora la situazione è tutta in divenire perché causa Brexit il centro assistenza di riferimento per l’Italia non è più a Londra ma in Portogallo. Per sentito dire i tempi sono addirittura duplicati arrivando a 4 mesi, per me una follia.

Per fortuna noi abbiamo 2 fotocamere Fujifilm ed io avevo il 16-80. Claudia ha potuto comunque lavorare però con Nikon, quando ho avuto problemi, mi sono stati risolti in 15gg dal centro ufficiale Nital di Torino.

Di difetti in rete non se ne leggono molti ma, come nel nostro caso, possono succedere e se non avessimo avuto altri obiettivi probabilmente avremmo dovuto affittare, o comprare e poi rivendere, un muletto a nostre spese perché i tempi sono biblici.

Se stai pensando di scegliere Fujifilm come marchio per il tuo corredo fotografico è giusto tenere conto di questa problematica. Sono certo che la situazione nel giro di un anno è destinata a cambiare perché Fujifilm Italia non si può permettere di non dare un’assistenza post vendita adeguata. Esistono alcuni riparatori non ufficiali ai quali rivolgersi se si è fuori garanzia però a me la cosa non fa impazzire.

2 Cuori in Viaggio link

Home » Perché scegliere Fujifilm nel 2023

8 pensieri su “Perché scegliere Fujifilm nel 2023

  1. Angelo dice:

    Ciao, vorrei consigli su quale mirrorless da portare in viaggio, con tropicalizzazione, dato che amo viaggiare per il mondo.Sono un amatore non un professionista e non devo quindi lavorarci
    Grazie Angelo

  2. Bruno Giovannetti dice:

    “Pignolamente” equilibrato, utile. Ha dato forza alla mia scelta di passare al sistema Fuji. Grazie. (São Paulo, Brasile)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.