Riconoscersi

Riconoscersi durante la chemioterapia

Una cosa difficile da affrontare per un malato oncologico, forse quella a cui si pensa meno, è il riconoscersi durante la chemioterapia.

La maggior parte delle persone, se pensa ad un malato oncologico, ha una chiara idea dell’aspetto fisico che dovrebbe avere. Anche nella malattia esistono degli stereotipi purtroppo.

Come in tutte le situazioni della vita, anche durante la chemioterapia, si può decidere come affrontare questa brutta esperienza. Purtroppo come il nostro fisico reagisce alle terapie non dipende da noi, ma come curiamo il nostro aspetto sì!

Questo non vuol dire che chi non lo fa sbaglia, ma personalmente curare il mio aspetto mi ha aiutata molto durante le cure. Come sempre però ognuno ha il suo modo giusto di gestire le situazioni.

Riconoscersi quando il tuo corpo cambia

Qualcuno magari penserà che l’aspetto estetico, vista la gravità della malattia, sia una vera e propria futilità, ma non è così. Sempre più sono le donne giovani che affrontano il cancro, e quindi penso che sia molto importante diffondere informazioni su come prendersi cura del proprio aspetto durante le terapie.

Psicologicamente, può essere un enorme aiuto.

Come ho già scritto, tra i miei primi pensieri ci sono stati i capelli, questo mi ha fatto decidere di mettere una protesi fissa per non dover subire il trauma della perdita. Ma non bastava.

La chemioterapia è dura, sfinisce il fisico e lo spirito, ma con un po’ di pazienza si arriva alla fine.

Ogni mattina, per riconoscermi quando mi guardavo allo specchio, il lavoro da fare era lungo, essere pronta in 5 minuti era impensabile.

Una cosa indispensabile è prendersi cura del proprio corpo dall’interno cercando di mangiare bene, frutta, verdura, legumi e cereali integrali non mancavano mai sulla mia tavola. Per viso e corpo poi usavo solo prodotti naturali, una scelta che avevo già fatto qualche anno fa (prima o poi ve ne parlerò nel dettaglio). Idratare la pelle durante le terapie è davvero fondamentale, diventa più sensibile e quindi è meglio usare prodotti privi di profumo e di alcol.

Se decidete di affidarvi a un centro estetico cercatene uno specializzato in estetica oncologica. Ormai iniziano a essercene molti.

Make up, un aiuto per riconoscersi durante la chemioterapia

Un altro momento fondamentale alla mattina, dopo aver idratato la pelle, era quello del make up. Mi sono sempre truccata velocemente davanti allo specchio del bagno, ma prima di iniziare le cure mi sono regalata una petineuse

Mi sedevo e mi truccavo con pazienza, base, blush e terra per avere un colorito un po’ più sano.

Il passaggio più arduo era disegnare le sopracciglia, io le ho perse completamente, quindi ho guardato mille tutorial prima di imparare a trovare la posizione. Poi con delle mascherine stencil, ombretto e matita le sistemavo. Altro passaggio indispensabile la matita nera perché si notasse meno la mancanza delle ciglia. Orecchini grandi e rossetto erano altri due miei alleati.

Tutto questo non è un obbligo, è una scelta, potete decidere di farlo per voi, potete scegliere di farlo perché non volete dire della malattia agli altri, per non dare spiegazioni. Qualsiasi sia il motivo, sappiate che avete anche questa opzione.

Se come me avete bisogno di riconoscervi allo specchio, fatelo.

Riconoscersi durante la chemioterapia : il giudizio delle persone

Messaggio per tutte le altre persone che hanno a che fare con chi affronta la chemioterapia : lasciate a loro la possibilità di scegliere e non giudicatele.

Evitate commenti tipo “i capelli non sono importanti”, non giudicatele se mentre combattono contro il cancro lottano anche per non perdere se stesse. Qualche volta mi sono sentita giudicata per questa mia scelta. Io ero ben consapevole di quello che stavo affrontando, ma passare davanti a uno specchio e riconoscere la mia immagine riflessa era importante.

Il nostro aspetto non stabilisce quanto siamo malate o quali sono le nostre priorità, è solo una corazza che ci protegge dal mondo esterno.

Per assurdo questo mio aspetto sempre curato in certi casi mi ha penalizzata, a volte sul lavoro qualcuno pensava che io stessi meglio di quello che dicevo. In realtà arrivavo a casa la sera e non riuscivo neanche a tenere una tazza in mano.

Quindi lasciate che ognuno viva questo momento come crede, supportate la persona malata e non giudicatela, questo è il primo modo per aiutarla.

Nella foto di copertina sono a due settimane dalla fine dei sei mesi di chemioterapia, non avevo ciglia, ne sopracciglia, ma ero io e questa cosa mi dava forza. E’ stato facile? NO! Però ne è valsa la pena.

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23 pensieri su “Riconoscersi

  1. Roberta Isceri dice:

    Che bella, Claudia… Bella in questa foto e bella per quello che dici. Credo che tu abbia toccato un tema importante e spesso sottovalutato, in effetti. Si fa presto a stimare chi ha il coraggio di mostrarsi per quello che è (da un punto di vista estetico), così come si fa presto a giudicare chi non vuole lasciarsi andare e a bollarlo come “debole”. Mia mamma mi ha sempre detto che curare il proprio aspetto (certo, non in maniera ossessiva) è fondamentale. Pensa alle donne anziane: a me viene tristezza quando ne vedo di trascurate, e capisco che dipende dalla cultura di appartenenza. Fai un giro a Roma e fanne uno a Parigi, e vedrai le differenze. No, non ci sono periodi in cui non si dovrebbe curare il proprio aspetto… Un abbraccio!

  2. Julia dice:

    Il coraggio e la determinazione è molto importante, Hai fatto bene a curarti del tuo aspetto se ti faceva sentire meglio. L’Importante è guardare come ci si sente senza badare a quello che pensano gli altri che molto spesso generalizzano dando per scontato tante cose

  3. Alessandra dice:

    Ti ammiro molto per il tuo coraggio. Hai ragione, ci sono sempre più persone giovani che si ammalano. Il tuo post contiene tanta forza, ma anche tanti consigli pratici per chi sta affrontando o dovesse purtroppo in futuro affrontare questa situazione. Grazie e auguroni❤️❤️❤️

  4. Beatrice dice:

    complimenti per la forza, non tutti riuscirebbero a mostrarsi o a parlare della malattia. quindi ti mando un forte abbraccio e ti faccio un grande in bocca al lupo. e non ti curare della gente ignorante…

  5. Raffaella G. dice:

    Grazie di aver condiviso questa esperienza. Una mia amica sta passando quello che hai passato tu e io cerco di starle vicino. Ma a volte sono del tutto impreparata a sostenerla negli aspetti pratici. Cercheremo insieme un MUA specializzato in make up per chi sta seguendo un ciclo di chemio. Grazie ancora.

  6. Annalisa dice:

    Solo vivendole, si possono capire certe situazioni. Ho avuto modo di essere vicina a diverse persone soggette a chemio, e ognuna ha affrontato la sua “croce” in maniera differente. Chi come te, aveva bisogno di riconoscersi allo specchio, chi invece esibiva fiera la sua testa calva. Ciò che è importante, è essere sempre quello che si vuole essere. Solo questo da la forza per andare avanti e vincere!

  7. Valentina dice:

    Solo chi vive certe situazioni può aver coscienza di significhi, esattamente, il dover superare determinate prove che la vita pone di fronte a noi. Io capisco perfettamente che una donna, prima ancora di essere una paziente, una persona malata, è appunto UNA DONNA. E riconoscersi anche nella propria femminilità è fondamentale: per la propria autostima, per la propria identità. Quindi concordo: nessuno dovrebbe mai giudicare. Io per esempio conosco una cara persona, molto malata, che però cura in maniera molto attenta il proprio aspetto…le è capitato di non essere presa sul serio nemmeno dai medici stessi…cose inconcepibili 🙁

  8. Alice dice:

    Apprezzo molto la condivisione di questo tuo vissuto. Mi hai emozionata. Ho visto forza e serenità. Ho colto il sorriso di chi comunque ha continuato a guardare avanti. Barra a dritta sempre. Complimenti.

  9. Annalisa dice:

    È difficile scrivere qualcosa che non diventi banale di fronte ad un dolore così grande. L’unica cosa che mi sento di dire, è che ammiro tantissimo la tua serenità. Sicuramente l’avrai acquisita nel tempo, ma può nascere solo da una grande forza di volontà. Complimenti.

  10. Veronica | Lost Wanderer dice:

    Una situazione del genere non l’ho mai vissuta ma ho perso mia nonna per il cancro e la vedevo sempre truccarsi e aggiustarsi al meglio il foulard in testa per non far vedere le chiazze di capelli che mancavano. Riconoscere se stessi è una parte importantissima per non perdersi del tutto. DIventa una lotta non sono dall’interno ma anche dall’esterno.

  11. Giulia dice:

    Non ho mai vissuto una situazione simile ma hai ragione, frasi come “i capelli non sono importanti” pur essendo dette in buona fede riescono a ferire più di mille altre parole. A volte un abbraccio silenzioso vale più di tante altre cose che si dicono.

  12. Simona dice:

    Non è assolutamente facile affrontare ciò che hai affrontato e tantomeno lo è stato raccontare la tua esperienza. La tua testimonianza può essere di supporto a tantissime altre persone. Non riesco ad aggiungere altro, le tue parole hanno già detto tutto. Un abbraccio forte e continua così!

  13. Sara Chandana dice:

    Sei fortissima, grazie per la tua testimonianza! È molto profondo, da parte tua, invitare con gentilezza a lasciare le persone intorno libere di essere, nel bene e nel male. Non so come reagirei con una sfida simile davanti a me e ti stimo molto anche per la scelta di continuare a curare il tuo aspetto. Un abbraccio forte, guerriera.

  14. Marina dice:

    Ti ammiro per il coraggio di affrontare la situazione e di raccontare poi le tue scelte. Di tutto ciò che dici la cosa che mi dà fastidio è la gente che siccome ti vedeva di bell’aspetto pensava che tutto sommato non stessi così male. Ma perché, mi chiedo, perché abbiamo sempre bisogno di giudicare a prescindere, senza conoscere le cose?
    In bocca al lupo per tutto e grazie per questa testimonianza

  15. Giulia dice:

    Ci sono sentimenti, emozioni e dolori talmente grandi che non tutti sono in grado di esprimere. Questo tuo scritto da voce a tutte le persone che non riescono a raccontare quello che provano. Il non riconoscersi durante le cure è veramente doloroso ma chi non lo vive in prima persona non lo può capire.
    Grazie.

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