Fuji X-T20 : Una Mirrorless per viaggiare leggeri

X-T20 Una mirrorless per viaggiare leggeri 2 Cuori in Viaggio

Ciao ragazzi! Oggi vi voglio parlare della new entry di casa 2 Cuori in Viaggio: la mirrorless Fuji X-T20.

Qualche giorno prima di partire per Berlino abbiamo lanciato un sondaggio nelle nostre Instagram stories. Vi abbiamo chiesto se sarei dovuto partire con l’attrezzatura pesante come al solito, portando reflex, 3 lenti e zaino, oppure leggero, portando solo la nuova Fuji con il 18-55 da kit e tracolla. Ha vinto, anche se di poco, la configurazione leggera. Grazie quindi a voi followers ho viaggiato più comodo, mi sono dedicato per cinque giorni ad un approccio fotografico e ad una macchina per me nuovi.

Una mirrorless e poco altro

Sono partito con la X-T20, il 18-55 f2.8/4 da kit, due batterie di scorta rosse della Basxxtar prese su Amazon e una scheda SD Extreme Pro da 64 gb della Sandisk. Come accessori mi sono portato il Manfrotto Traveller Piccolo, il filtro polarizzatore, il filtro NiSi ND1000 e l’inseparabile LensPen. Il tutto riposto nella comoda tracolla Lowepro Passport Sling.

Devo dire che viaggiare con la tracolla come bagaglio a mano al posto dello zaino mi ha un pochino spiazzato. La paura di trovarmi davanti un’occasione di scatto e non avere la lente giusta dietro mi ha perseguitato fino alla fine del primo giorno di viaggio. Poi tutto è filato liscio come l’olio.

Tanti puristi della fotografia viaggiano con una sola lente, possibilmente fissa, o al massimo due. E’ un approccio alla fotografia come un altro, inopinabile e del tutto personale. Di certo è un buon esercizio per concentrarsi di più sullo scatto. Io tendo a portarmi tutto.

Perché ho scelto una Fuji ?

La Fuji X-T20 è entrata a far parte della nostra famiglia a Maggio del 2019. Claudia, per i suoi lavori, ha sentito la necessità di usare una macchina più performante della sua Panasonic LX15. Sinceramente io avevo subito pensato di prendere una nuova reflex più avanzata della mia D7200 e lasciare quest’ultima a Claudia. Avremmo avuto così due reflex ed un unico corredo di ottiche. Di contro la mia mogliettina mi ha subito palesato le sue difficoltà nell’usare la mia attrezzatura pesante e la mancanza del display orientabile della mia D7200.

Mi sono messo quindi alla ricerca del prodotto più adatto a lei. Ho scartato le Olympus per il piccolo sensore micro 4/3. Accantonate anche le nuove Nikon Z6 e Z7 perché completamente fuori budget, Claudia mi ha imposto di stare nei mille euro. Con Sony ho avuto una brutta impressione quando provai la a6000 di un amico per pochi minuti, menù per niente intuitivo e body scomodo, zero feeling. Il marchio Fujifilm non l’avevo mai studiato approfonditamente ma due cose mi hanno subito attirato: aspetto vintage e un’ottica kit luminosa di buona qualità. Dopo vari giorni passati a leggere recensioni e a guardare video di fonti autorevoli anche estere ho aggiudicato al kit Fuji X-T20 + 18-55 f2.8/4 il titolo di miglior compromesso. E mai scelta fu più azzeccata.

Il kit Fuji X-T20 + 18-55 f2.8/4, preso in negozio fisico a 890€, vale ogni euro speso. Bella, comoda, solida, leggera e versatile.

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Tante personalizzazioni e menù intuitivo

Ha tanti tasti completamente configurabili, un menù intuitivo, e impostazioni personali raggruppate richiamabili con tasto dedicato. Il mirino elettronico EVF è luminoso e non fa rimpiangere troppo il classico a pentaprisma. Il sensore APS-C da 24 Mpx ha una resa davvero sorprendente, in certe situazioni addirittura migliore della mia reflex. Nel giro di un paio d’ore di settaggi fini, previa lettura completa del manuale, la Fuji X-T20 è pronta a dare il meglio di sé.

Le mirrorless sono notoriamente energivore, quando guardi nel mirino in realtà vedi uno schermo che va alimentato e che di conseguenza consuma energia. Per questo il secondo acquisto, dopo una memory SD performante, è stato un kit composto da 2 batterie di scorta compatibili e un carica batterie doppio da tavolo con ingresso mini-usb. Pochi giorni dopo ho regalato a Claudia una leggera tracolla in tessuto multicolor e un bottone di scatto nero, avvitabile sul pulsante di scatto per migliorarne il feeling. Ah quasi dimenticavo, ho comprato anche una pellicola protettiva per il display in vetro temperato.

La custodia che usiamo attualmente è una borsetta pronto della Lowepro che presi nel lontano 2011 per la mia prima reflex, è un po’ grande, ma in attesa di trovarne una che ci faccia battere il cuore, questa va benissimo.

Bene, dopo questa breve introduzione arriviamo al dunque.

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Come mi sono trovato con la Fuji?

Gran bene! Sono partito scettico, lo ammetto, ma il feeling c’è stato quasi da subito. Dopo i primi scatti viene tutto naturale come sempre, come con la reflex. Il 18-55 è stabilizzato, luminoso con i suoi diaframmi massimi f2.8 e f4 rispettivamente alle focali estreme. E’ nitido anche a tutta apertura e restituisce uno sfocato bello e morbido.

La ghiera dei diaframmi posta sull’obiettivo, come da tradizione Fujifilm, è come un tuffo nel passato, occorre un attimo per abituarsi. Quella delle focali è forse un po’ troppo dura, ma anche qui ci si prende la mano dopo pochi minuti. La ghiera di messa a fuoco manuale è a movimento elettrico e personalizzabile, io l’ho disabilitata nelle modalità di fuoco assistito. Se scatto con messa a fuoco singola o continua, quando la giro non fa niente. In modalità di messa a fuoco manuale invece regola il fuoco attivando anche il peaking nel mirino.

In questo modo si evidenziano con contorni rossi le zone a fuoco, fantastico! Ad aiutare la messa a fuoco manuale c’è anche la rotella posta in alto a destra nella parte posteriore del body. L’ho impostata che, se schiacciata con il pollice, effettua uno zoom al cento per cento digitalmente della zona di messa a fuoco, in modo da controllare al meglio l’area AF.

SPOILER: ad ogosto 2021 sono passato anche io a Fujifilm abbandonando Nikon

Mirino EVF e display

Il mirino è ben posizionato, bello luminoso, dettagliato e personalizzabile. Avrei apprezzato un oculare più morbido, questo dopo una giornata di scatti è quasi fastidioso. Alla sua sinistra c’è la ghiera per la regolazione delle diottrie. Alla destra invece c’è il tasto delle modalità di visione, è possibile scegliere tra solo mirino, solo display o mirino e display combinati. In quest’ultima il display ha la priorità e il mirino si attiva grazie al sensore di prossimità. Io uso sempre questa modalità lasciando però sul display la visione dei settaggi. Se voglio vedere nel monitor principale ciò che inquadro devo schiacciare il tasto disp/back posto in basso a destra. Questo perché per abitudine preferisco guardare la scena con un occhio solo attraverso il mirino.

Il display è articolato per orientarsi di 90° verso l’alto e di circa 45° verso il basso, molto utile per scattare senza assumere posizioni contorsionistiche. Ovviamente è touch e nell’angolo in alto a destra è presente un tastino virtuale che permette di scegliere come interagisce al tocco in modalità di ripresa. Si può scegliere se, toccando in un determinato punto, scattare, mettere a fuoco e scattare o solo mettere a fuoco. C’è anche la possibilità, mentre si guarda dal mirino, di scorrere con il dito sul display per spostare il punto di messa a fuoco. Io questa funzione l’ho lasciata disattivata demandando la selezione dei punti al pad fisico, non vorrei rischiare di spostare il fuoco inavvertitamente sfiorando il display magari con lo zigomo.

Fuji X-T20 Tasti funzione e azioni rapide

Il pad posteriore l’ho personalizzato assegnando quattro diverse funzioni rapide. Alla freccia a sinistra c’è assegnata l’impostazione dell’area di messa a fuoco così da scegliere il punto e la dimensione della zona AF. Con la freccia a destra scelgo la fotometria tra spot, ponderata centrale e multi. Con la freccia in su scelgo tra punto AF singolo, riconoscimento del volto o riconoscimento dell’occhio. La freccia in giù è programmata per il timer di autoscatto. Proprio quest’ultimo è più antipatico di quello della mia D7200 perché esegue un solo scatto ritardato e non è programmabile per effettuare più scatti consecutivi. Per ovviare a questo problema uso il comodissimo intervallometro interno, che ahimè è assente sulla mia Nikon, e posso scattare tutte le foto che voglio impostando liberamente anche l’intervallo di tempo tra uno scatto e l’altro.

Il tasto funzione fn posto vicino al pulsante di scatto l’ho dedicato agli ISO, selezionabili con la rotella posteriore. A proposito di ISO, sapete che sulla Fuji X-T20 si possono personalizzare ben tre modalità di ISO automatici? Assegnando per ognuna la sensibilità minima, quella massima ed il tempo minimo di scatto.

Sempre sulla parte posteriore, ai lati della rotella, ci sono due pulsanti ai quali ho assegnato le funzioni di AE-L, quindi blocco dell’esposizione, ed AF-ON. Il pulsante Q serve per richiamare una schermata dove sono presenti ben sedici funzioni rapide personalizzate, selezionabili con il pad e modificabili tramite rotella. Alla sinistra del mirino ci sono i due classici pulsanti per entrare nella galleria e per eliminare le foto, quest’ultimo a livello software ha una gestione che non mi fa impazzire. Sarà l’abitudine ma cancellare le foto on-the-go con la Nikon mi da più sicurezza. Tanto che ho deciso di non cancellare mai le foto direttamente dalla Fuji, ma di eseguire la cernita da LightRoom solo una volta tornati a casa ed importate sull’hard disk.

Le ghiere principali che fanno tanto vintage

Nella parte superiore, integrato perfettamente nella scocca e sovrastato dalla slitta a caldo, c’è un piccolo flash estraibile che sinceramente non ho mai avuto l’occasione di provare. Sulla slitta si possono montare anche flash Nikon e Canon, i quali funzioneranno ma solo in modalità manuale e non TTL. Alla sinistra si trova la ghiera drive con le scelte di scatto singolo, multiplo lento, multiplo veloce, panorama, video ecc…

A destra c’è la ghiera dei tempi che vanno da 1/4000” a 1”, se posizionata sulla A si demanda la gestione dei tempi agli automatismi. Per gestire i tempi dalla rotella posteriore bisogna impostare la ghiera dei tempi su T.

Proprio sotto alla ghiera dei tempi c’è una levetta magica che, se azionata, rende la Fuji X-T20 completamente automatica. Questa funzione l’ho trovata utilissima quando ci siamo fatti scattare un paio di foto da sconosciuti, non mi sono dovuto preoccupare di istruirli sui vari funzionamenti. Sempre sopra a destra c’è la leva di accensione/spegnimento con al centro il pulsante di scatto e la ghiera per la compensazione dell’esposizione. A differenza della mia Nikon, quando la Fuji va in stand-by, per risvegliarla non basta schiacciare a metà corsa il pulsante di scatto, ma va schiacciato fino in fondo.

Cosa mi è piaciuto?

Sicuramente la compattezza e la leggerezza, le ghiere fisiche che non lasciano dubbi nell’utilizzo e la sensazione di solidità. Esteticamente ha il suo fascino e appaga l’occhio passando comunque più inosservata di una reflex. Il menù è intuitivo ed i pulsanti completamente personalizzabili. La resa dei file, anche in presenza di forti contrasti e in situazione di scarsa luce, è ottima. Il modulo di messa a fuoco a 325 punti che coprono tutto il fotogramma con il plus del rilevamento volto e occhi è una vera chicca. Grazie alla funzione focus peaking che aiuta la messa a fuoco manuale ed alla possibilità di reperire anelli adattatori ad una trentina di euro, si possono utilizzare con soddisfazione ottiche con attacchi di altri brand. Il display, seppur non completamente articolato, mi ha permesso di fare alcuni scatti con facilità.

La Fujifilm mette a disposizione gratuitamente una versione di Capture One per editare le foto prodotte con le sue fotocamere. Ottimo per chi non vuole spendere altri soldi in software di editing.

Cosa non mi è piaciuto?

Il lag del mirino che, per quanto sia rapido anche grazie alla modalità high performance, non sarà mai rapido come un mirino a pentaprisma. Ho perso un paio di scatti proprio per colpa di questo sistema. Ad un semaforo diventato verde sono arrivate cinque macchinine a scoppio con ruote scoperte guidate da dei ragazzi, una scena simpatica. Risvegliata la Fuji dallo stand-by, girata la ghiera dei tempi e portata all’occhio, non era pronta. Il mirino si stava ancora accendendo quindi ho perso lo scatto.

Con la reflex avrei dovuto solo mettere a fuoco e scattare senza attendere che i software accendessero e preparassero i display all’azione. Niente di trascendentale, non era lo scatto della vita però… Per ovviare a questo inconveniente avrei dovuto lasciare la Fuji X-T20 sempre accesa, senza che andasse mai in stand-by, consumando tantissima batteria e deteriorando comunque un minimo i display che hanno pur sempre una durata di vita legata al tempo di accensione.

La Fuji X-T20 non è tropicalizzata e non lo è neanche il 18-55 quindi in caso di pioggia e sbalzi di temperatura o umidità dell’aria bisogna prestare molta attenzione. Non ha una seconda scheda Sd quindi a livello professionale non la userei mai come corpo principale. Per ovviare ad entrambe le mancanze bisogna orientarsi verso la X-T3 o X-T4 a discapito di un prezzo più elevato e un ingombro maggiore, anche se di poco.

Il foro per il treppiede è decentrato e quando si monta la piastra, il vano batteria/memory risulta inaccessibile.

A livello software poi c’è un’altra cosa che non mi è piaciuta, sempre legata alla mia abitudine di scattare con la Nikon. Una volta scattata una foto si può decidere da menu se rivederla per un tot di secondi, vederla fissa oppure non vederla affatto. Con la D7200 guardo nel mirino, scatto finché devo scattare, quando ho finito allontano la reflex ed il display mi mostra automaticamente l’ultima foto scattata con la possibilità tramite il pad di scorrere tutte le foto scattate. Con la Fuji X-T20 non si può. Se guardo nel mirino e scatto, o vedo l’immagine scattata anche nel mirino, quindi perdendomi la scena che dovrei vedere attraverso e per di più senza possibilità di scorrere vedendo quella scattata in precedenza.

In alternativa non vedo la foto scattata finché non premo il pulsante per entrare nella gallery. Scomodissimo. Mi ci sono adattato forzatamente ma non abituato. Dovrebbero implementare via software la possibilità di far vedere la foto appena scattata solo sul display principale quando si stacca l’occhio dal mirino potendo inoltre scorrere per confrontarla con quelle precedenti.

Il compromesso perfetto

Al netto di tutte queste considerazioni posso concludere dicendo che per me e soprattutto per Claudia, che alla fine ne è l’utilizzatrice principale, è un’ottima macchina con un fantastico rapporto qualità prezzo. Sicuramente io la utilizzerò come secondo corpo negli eventi ai quali parteciperò e verrà con noi nei viaggi brevi dove stare leggero mi permetterà di concentrarmi meglio sugli scatti e godermi di più i luoghi visitati.

Se siete viaggiatori che esigono file di qualità, compattezza e leggerezza, questo kit fà per voi. Se poi sarà il vostro unico mezzo fotografico allora vi consiglio, per la questione tropicalizzazione, di valutare anche le ammiraglie X-T3 e X-T4 sempre con il 18-55 o con il 16-80 da affiancare però con un luminoso 35mm.

La chimera: il sensore X-Trans

Un ultimo appunto lo vorrei fare sul sensore X-Trans CMOS III e sui software ad esso dedicati. Ho letto tante discussioni dove in molti sconsigliano di elaborare i file delle Fuji con Lightroom. La Fujifilm offre una versione personalizzata e gratuita del software CaptureOne e lo consiglia per lo sviluppo dei suoi .raf per la complessa demosaicizzazione. Senza fare mille giri di parolone: la Fuji ha inventato un suo innovativo sensore chiamato X-Trans stravolgendo la classica concezione del sensore Bayer. Il sensore Bayer ha i fotoricettori ricoperti da una scacchiera di filtri colorati alternati blu, verde, e rosso, raggruppati in caselle di fotositi 2×2.

Questo comporta un’elaborazione dell’immagine grezza, detta demosaicizzazione, relativamente semplice, ma induce in effetti indesiderati come il moiré. Per evitare questi effetti si antepongono filtri che influiscono negativamente sulla qualità del file finale. Il sensore X-Trans ha una griglia composta da 6×6 fotositi. Quindi 36 fotositi contro i 4 del Bayer. I filtri rosso, verde e blu sono disposti in modo alternato in modo non sequenziale ma simmetrico. La matrice ha una trama virtualmente casuale e riduce drasticamente l’effetto moiré rendendo inutile i filtri tipo passa-basso. Niente filtri significa maggior dettaglio e anche migliore resa cromatica. I software utilizzati per la post produzione però devono conoscere l’algoritmo giusto per demosaicizzare questi file più complessi.

Adobe con gli ultimi aggiornamenti è arrivata quasi a pareggiare i risultati. Lo stesso raf sviluppato con Lightroom e con CaptureOne for Fuji saranno molto simili, ma non uguali, a leggero vantaggio di quest’ ultimo. Le differenze si notano maggiormente con forti ingrandimenti di dettagli come fili d’erba nei prati.

Parlando tra noi umani, la cosa non ci tocca minimamente. Questo effetto acquerello nelle foto di praterie infinite scozzesi, dove a cinque metri non si distinguono i singoli fili d’erba, non l’ho mai notato. Io gestisco il mio workflow con Lightroom e non noto errori di demosaicizzazione nelle nostre foto, i dettagli e la nitidezza della Fuji X-T20 sono comparabili con quelli della D7200. Gestendo a tempo un migliaio di foto scattate ad un evento con entrambe le macchine, non sarei in grado di distinguere ad occhio quale è stata sfornata dalla Nikon piuttosto che dalla Fuji. Non ho quindi la minima intenzione di gestire due workflow differenti in base alla macchina con la quale ho scattato. Sviluppo e catalogo tutto con Lightroom e ne sono felice.

 

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13 pensieri su “Fuji X-T20 : Una Mirrorless per viaggiare leggeri

  1. Elisa dice:

    Io ho una reflex (e non con tutto il corredo che avete voi) e già mi pesa portarla in giro, anche se mi rendo conto che le foto migliorano notevolmente…. forse una mirrorless sarebbe una soluzione più adatta alle mie esigenze.

  2. Sara dice:

    Che piacere scoprire altri Fuji Lover come me! Fra l’altro il tuo articolo è super dettagliato, ottimo per chi si vuole approcciare al mondo Fuji.
    Attenzione perché il supertele 100-400 c’è… potrebbe tentarti!
    Quando sono passata da reflex (Canon) a mirrorless l’ho fatto per avere il giusto compromesso fra peso dell’attrezzatura e qualità delle foto. Per il peso alla fine non ho guadagnato molto perché l’accoppiata vincente XH1 e 16-55 f2.8 non è molto leggera, ma sono rimasta così estasiata dalla qualità delle foto e dei video che ora i corpi Fuji sono ben 2!
    Condivido le tue sensazioni su Sony, poi il piacere di manovrare le ghiere Fuji non ha prezzo.
    Fra l’altro la nuova versione di Lightroom rende i RAF alla perfezione, meglio di Iridient X-transformer che usavo prima.

    • Mattia dice:

      Ciao Sara! Si ho già visto e studiato il 100-400 😅 ma ho preso l’anno scorso il sigma 150-600 e pochi mesi fa il nuovo sigma sport 70-200 2.8, non vorrei cambiare tutto il corredo proprio ora 🤣. Comunque Fuji mi ha davvero stupito positivamente! Ps concordo con te sulle prestazioni raggiunte da Lr con l’ultima versione.

  3. Julia dice:

    Non ho mai considerato questo tipo di macchina fotografica, per i viaggi più importanti porto con me la reflex altrimenti per i brevi weekend Mi affido alla fotocamera del cellulare che ho scelto appositamente. Potrei ripensarci perché mi sembra un bel compromesso

  4. MARTINA BRESSAN dice:

    Un articolo molto interessante perchè stiamo anche noi cercando una mirrorless, una macchina un po’ più leggera da affiancare alla reflex, per quando faccio viaggi più brevi o comunque anche per sentirmi più leggera in alcune situazioni. Sarebbe per un regalo natalizio, anche se un po’ anticipato..
    Sto guardando diversi video su Youtube e leggendo opinioni su Forum. Ho sentito molto parlare delle Sony, ma da quello che scrivi qui non ti sei trovato bene durante la prova che hai fatto. A me sulla carta la Sony ispirava, forse dovrò provarla anch’io per vedere se fa per me.
    Ora tengo d’occhio anche la tua Fuji x-t20 perchè sembra davvero buona.

    • Mattia dice:

      Ciao Martina! Si io non ho avuto un buon feeling con Sony, ti consiglio di provarla con mano e fare un giro nei menù cercando le funzioni che usi abitualmente con la reflex. Valuta anche la qualità delle ottiche kit a parità di prezzo. Per i viaggi la mirrorless è una manna dal cielo 😊

  5. Moira dice:

    Ho letto con moltissimo interesse questo post. Anche io ultimamente sto sentendo troppo il peso fisico della mia reflex Canon 7D con battery grip e ti confesso che mi piacerebbe prendere una mirrorless, non per sostituire la reflex ma per affiancarla. Sarà un acquisto che probabilmente farò alla fine del prossimo anno. Unica paura? Che mi troverò meglio con la mirrorless e perderò entusiasmo di usare la reflex.

    • Mattia dice:

      Anche io, dopo una settimana di utilizzo esclusivo, ho iniziato a pensare di migrare completamente su Fuji…per fortuna la mancanza di supertele (come il mio 150-600) mi sta facendo desistere 🤣

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