Hai mai pensato alla fotografia come forma di meditazione? No non sto parlando di quale strana disciplina orientale da praticare con una fotocamera in mano, magari restando fermi in una qualche scomodissima posizione.
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Relax
Il rilassarsi e dedicarsi del tempo è un concetto diametralmente opposto alla ormai normale frenesia della via quotidiana. Releghiamo le nostre passioni, ciò che ci fa stare bene, al poco tempo libero infrasettimanale o, se siamo fortunati, a qualche ora del tanto agognato weekend.
Spesso però arriviamo addirittura a sentirci in colpa se ci ritroviamo ad oziare pacificamente, perché? Semplice perché associamo il nostro tempo alla produttività e di conseguenza il “dolce far niente” può essere visto più o meno consciamente come uno spreco di tempo.
Consapevolezza del momento
La meditazione però è differente dal semplice rilassarsi perché richiede la consapevolezza del “qui ed ora”. Incominci a trovare il nesso tra fotografia e meditazione?
Quando stiamo guardando attraverso l’obiettivo siamo concentrati al cento per cento sul momento presente.
Non stiamo sprecando le nostre energie mentali rimuginando sul passato o fantasticando sul futuro, no, stiamo cogliendo l’attimo, tutto il resto non conta. Vediamo, proviamo e sentiamo cose che normalmente ci sfuggono perché siamo di corsa. In questo mondo che corre così veloce, che ci ha abituato a produrre rapidamente, approcciare la fotografia come forma di meditazione ci da la possibilità di rallentare e di apprezzare il tempo.
Fotografia e meditazione
Se pratichiamo la fotografia con calma e consapevolezza, se ci abituiamo a prenderci del tempo e ad immedesimarci completamente nell’atto di scattare, di congelare il momento, ecco che tutto cambia. Ecco allora che stiamo praticando la fotografia come forma di meditazione.
Ci concentriamo a capire la luce, il soggetto, il punto di ripresa migliore, i nostri sforzi mentali vanno tutti nella stessa direzione. In qualche modo lo strumento che abbiamo in mano ci permette di notare di più e meglio la realtà che ci circonda.
Personalmente, fotografando molto spesso sia per lavoro che per passione, mi ritrovo spesso ad osservare una scena con l’occhio del fotografo anche senza avere la fotocamera in mano, anche senza l’intenzione di fotografare. È come se fossi più predisposto a vedere alcuni dettagli delle scene che mi si presentano davanti, e questo lo noto perché guardandomi attorno non vedo quasi mai nessuno guardare e stupirsi di quello che ho visto io.
Eppure eravamo li tutti nello stesso momento, la differenza è che la maggior parte di noi vede ma non guarda, sente ma non ascolta.
Certo questo discorso è un po’ estremizzato, non tutti si immergono completamente nell’atto di fotografare, non tutti cercano la connessione con il soggetto. Tanti fanno click in modo compulsivo, altri sono più concentrati a scattare la foto che gli farà ottenere più like piuttosto che quella che un giorno rivedendola riporterà a galla delle vivide emozioni. Ma quella non è vera fotografia e quindi non sarà mai neanche meditazione.
Conclusione
Sarà che siamo a Bali e la nostra vita scorre più lenta che quando siamo nella nostra Alessandria. O forse che le vibrazioni ed il mood di questa terra influenzano il nostro approccio a tutto ciò che facciamo. Di sicuro non sono un guru spirituale né un aspirante tale, ma sono convinto che fotografare mi faccia stare bene.
Non si tratta solo di sentirsi realizzati, perché capita anche ovviamente di portare a casa brutti scatti e di non riuscire nell’intento di documentare al meglio ciò che abbiamo vissuto. Però questa cosa del qui ed ora, dell’osservare a fondo ciò che ci sta intorno, dell’essere consapevoli del tempo che scorre mentre si attende il momento giusto, del cogliere l’attimo, trasforma la mia fotografia in una forma di meditazione, senza alcun dubbio.
Tu hai mai pensato, prendendo la fotocamera in mano, di vederla non solo come uno strumento per catturare un’immagine ma come un mezzo per concentrarti e connetterti con il mondo che ti circonda? Ti consiglio davvero di provare ad approcciarti alla fotografia come forma di meditazione, come un modo per essere più presente, per rallentare, per sentirti vivo, per non essere succube del mondo frenetico che la società ha creato.
Sono convinto che se lo farai otterrai foto migliori e ti stupirai molto più spesso di ciò che ti accade intorno.
Questo articolo è nato dopo aver visto il video del grande Roberto Panciatici. Mi sono trovato così in accordo con il suo pensiero che ne ho tratto liberamente spunto per riproporlo a voi lettori che ci seguite anche qui sul blog.